Sulla ripida salita dell’attuale Via XXIV Maggio, si trovava la Porta al Mercato, “perché presso a questa v’era la piazzetta, in cui tenevasi il pubblico mercato”, come ricorda nel 1883 Torello Gerbi, Arciprete della Collegiata. Infatti, al posto dell’attuale Palazzo Scaramucci –gigantesca mole costruita di fronte alla Chiesa agli inizi del Settecento da una delle famiglie che detenne più a lungo la carica di Gonfaloniere – si apriva l’allora Piazza del Mercato, luogo deputato agli scambi commerciali tra venditori e compratori, nella quale la funzione mercantile venne sempre più a sommarsi alla rappresentatività civile e religiosa.
Analogamente alla Porta Guelfa, che si apriva “a monte” del castello, tale ingresso era presidiato da una torre, probabilmente identificabile nell’edificio adiacente al civico 16, nel Medioevo casa-torre civile caratterizzata da un’altezza ben più importante, ed oggi contraddistinta da un arco in cotto con ghiera decorata da motivi geometrici. Per entrare nel castello si passava attraverso un arco ad unico fornice, aperto nella cortina muraria che collegava la porta all’attuale campanile, antica torre di fiancheggiamento posta a vedetta su tutto il Valdarno, di fondazione già lucchese per la tipica decorazione a fasce di mattoni disposti per spigolo e orientati in maniera alternata.
Come ebbe a scrivere nel 1745 Valentino Felice Mannucci, tale accesso era chiamato anche Porta a Guisciana, “detta così perché essa risguarda il detto fiume” – che ancora oggi scorre a valle –, “la qual porta è di mattoni grossi, ma molto diroccata, e la muraglia è più di 4 braccia di grossezza”.

On the steep climb of today’s Via XXIV Maggio, the Market gate once stood, “perché presso a questa v’era la piazzetta, in cui tenevasi il pubblico mercato” (here the local market used to take place), as remembered by Torello Gerbi, the archpriest of the collegiate, remembered in 1883. Where the Palazzo Scaramucci is situated – the gigantic building built in front of the church at the beginning of the ‘700 by one of the families who retained the title of Gonfalonier for longer – once stood the market square, a site designated to commercial exchanges, where the merchant function was very often mixed with the civil and religious representativeness.
Similarly, to the Guelfa gate (Porta Guelfa), which opened “upstream” the castle, said entrance was guarded by a tower, probably identifiable in the adjoining building at the number 16; in medieval times civil tower-home characterized by great height, and today marked by an arch with earthenware tiles and a ferrule decorated with a geometrical design. To enter the castle, one had to go through an arch with one only fornix, open in the wall curtain which connected the gate to today’s bell tower – old support tower used as lookout post over the Valdarno, typical Lucca groundwork thanks to the traditional decoration of bands of bricks arranged by corners and in an alternated fashion.
As written by Valentino Felice Mannucci in 1745, this entrance was also known as Porta a Guisciana (Guisciana Gate), “detta così perché essa risguarda il detto fiume” – che ancora oggi scorre a valle –, “la qual porta è di mattoni grossi, ma molto diroccata, e la muraglia è più di 4 braccia di grossezza” – named as such as it overlooked the same name river, and whose gate is made of “bulky bricks, but ruined, and its wall is bigger than four arms”.