Museo civico Beata Diana Giuntini
Santa Maria a Monte
Il museo
I locali espositivi del Museo Civico “Beata Diana Giuntini” fanno parte di un edificio situato in continuità con l´Area Archeologica La Rocca. Il museo è un luogo che accoglie tanto il legame della comunità con le sue tradizioni quanto tutte quelle testimonianze storiche declinate nei reperti archeologici esposti, dai quali non è possibile prescindere per conoscere la storia del territorio.
Al piano terra trova collocazione la tematica più legata alla storia locale e alla figura della Patrona. Un primo percorso, ideato come una sorta di “benvenuto” ai visitatori, lega lo stemma araldico del Comune di Santa Maria a Monte, visto sia nella sua versione attuale sia nella sua veste quattrocentesca, alla statua medievale della Madonna col Bambino, scultura in legno dipinto e dorato conservata nella Chiesa Collegiata di Santa Maria a Monte. La seconda sala invece, coinvolgendo la figura storica della Beata Diana Giuntini, si propone l’obiettivo di dipanare, attraverso i documenti esposti provenienti da archivi e biblioteche, e molteplici opere di pregio, la storia biografica della Patrona.
Dal settembre 2017 il primo piano ospita il percorso più prettamente archeologico, tenendo conto dei reperti provenienti dagli scavi compiuti nei siti di Sant’Ippolito in Anniano e della Rocca.
Gallery
Descrizione delle sale
La sala della Beata
La sala, coinvolgendo la figura storica della “Beata Diana Giuntini”, si propone l’obiettivo di dipanare la storia biografica della patrona, festeggiata con la tradizionale Processione delle Paniere ogni Lunedì di Pasqua.Molteplici le opere di pregio: oltre al canto scritto da Giosuè Carducci nel 1857, il museo espone il “Libro d’oro”, registro che, raccogliendo dal XV al XVIII secolo i documenti religiosi più significativi della Parrocchia, contiene la principale fonte da cui è stato possibile estrapolare la vita e le opere della ragazza: la Vita della Beata Diana di Santa Maria a Monte, scritta dal Can. Giovan Battista Dini nel 1713.E’ inoltre possibile ammirare sia il documento trecentesco che cita un hospitali Beatae Dianae sia l’unica opera pittorica che ritrae la Beata Diana: l’olio su tela realizzato nel 1734 da Antonio Domenico Bamberini, artista del barocco fiorentino attivo nella Diocesi di S. Miniato nella prima metà del ‘700.Infine l’esposizione, riferendosi al segno più celebrato dalla tradizione, il miracolo della trasformazione del pane che Diana portava nel grembiule in rose e fiori, ha mirato a rivisitare in chiave moderna tale episodio, includendo nel percorso la terracotta di Nello Bini e il dipinto di Antonio Possenti.
La sala dello Stemma
La sala lega lo stemma araldico del Comune di Santa Maria a Monte, la Vergine in trono con Bambino, visto sia nella sua versione attuale sia nella sua veste quattrocentesca, alla statua medievale della Madonna col Bambino, scultura in legno dipinto e dorato conservata nella Chiesa Collegiata di Santa Maria a Monte. Evidente infatti risulta essere il rapporto di filiazione tra una delle più preziose e antiche opere d’arte del territorio, datata al 1255, e quello che poi andò a costituire il simbolo civile della comunità.Nella medesima sala è esposta anche una statua purtroppo acefala, rara testimonianza dell’arte scultorea toscana della fine del secolo XII, forse originariamente impiegata con funzione di statua reggi-leggio del pulpito dell’antica Pieve di Rocca, ora visibile nella Collegiata. Rinvenuta in seguito al crollo di una porzione della Rocca nel 1950, la statua rappresenta probabilmente un Profeta dell’Antico Testamento ed è stata attribuita alla scuola del Maestro Biduino.
La sala multimediale
La sala ospita la proiezione di un filmato 3D che consente al visitatore, in pochi minuti, di fare un viaggio nel tempo e di comprendere le diverse fasi di vita dei due insediamenti del territorio, quello pianeggiante di Sant’Ippolito e quello collinare del castello di Santa Maria a Monte. La ricostruzione parte dall’età etrusca, caratterizzata dai paesaggi d’acqua creati dai meandri dell’Arno e dell’Usciana; segue l’epoca romana imperiale e tardo-antica, quando i due fiumi segnano i limiti della centuriazione in cui si inseriscono le strutture di Anniano, mentre sul fiume si svolge una vivace attività di scambi, assecondati dalla strada che corre sulla sponda destra. La proiezione si conclude con l’età medievale, quando il territorio viene organizzato nel sistema dei castelli, e in pianura, scomparso l’insediamento di Sant’Ippolito, il paesaggio è caratterizzato da approdi lungo il fiume e colline coltivate a viti, olivi e cereali.
Fra le testimonianze di epoca etrusca si espone il cippo proveniente dall’area di Sant’Ippolito in Anniano, databile tra VI e V secolo a.C., che era in origine impiegato come segnacolo funerario ed apparteneva ad una necropoli di età etrusca non localizzata, forse collocabile nell’area di Sant’Ippolito.
Le Sale dei Reperti Archeologici
Il primo piano è dedicato al percorso più prettamente archeologico, dal momento che i vani permettono, oltre all’interazione visiva, l’accesso all’area de “La Rocca”.
La prima sala illustra l’età romana e tardo-antica. Lo scavo nell’area pianeggiante di Sant’Ippolito, oltre a mostrare l’assetto del paesaggio con le campagne razionalmente organizzate per ricavare frutto e guadagno dai terreni coltivati, ha permesso di ricostruire parte di un impianto produttivo di epoca romana destinato alla produzione del vino, e in particolare gli ambienti per la pigiatura delle uve. Sono esposti i reperti relativi alla vita dell’insediamento nella prima età imperiale, con oggetti legati alle mansioni della vita quotidiana.
Fra l’età tardo imperiale e l’Alto Medioevo nel sito si impianta un edificio religioso con relativo cimitero, pertinente ad un insediamento rurale ad oggi non identificato. Nella seconda sala si centra l’attenzione sul cimitero che si formò intorno alla chiesa e che continuò ad essere utilizzato anche dopo il trasferimento della plebs a Santa Maria a Monte. Nella vetrina è ricostruita graficamente l’unica tomba rinvenuta intatta con corredo, databile tra la metà del VI ed il VII secolo. La sepoltura apparteneva a una donna, le cui spoglie mortali furono ornate con due bracciali, uno in bronzo ed un secondo formato da vaghi di ambra.
Il sarcofago chiuso da una lastra di ardesia fu invece utilizzato per accogliere sepolture di bambini forse appartenenti a famiglie di spicco del paese; tracce di lavorazione al suo interno lasciano tuttavia intuire precedenti e differenti impieghi del manufatto prima che esso venisse posizionato presso la chiesa di Santa Maria.
La visita prosegue con il periodo medievale, al quale sono riconducibili i resti architettonici pertinenti alla decorazione dell’edificio religioso costruito sulla Rocca. Infatti, già dall’VIII secolo è attestato un oraculum dedicato a Santa Maria Assunta, dipendente dalla pieve di Sant’Ippolito in Anniano. Attorno a questo edificio cresce un abitato che determina nel tempo la trasformazione in borgo fortificato ed il conseguente sopravvento della Rocca sul sito di Sant’Ippolito. Infine, sono ricostruiti gli ampliamenti della chiesa tra l’XI ed il XIII secolo e il suo smantellamento a partire dalla metà del Trecento, in occasione della costruzione di una fortificazione da parte dei Fiorentini.
Catalogo
Informazioni
Ubicazione:
Via Cimitero – Santa Maria a Monte
Giorni e orari di apertura:
Martedì e Giovedì 9-13
Sabato 10-13
Negli altri giorni è possibile visitare il Museo su prenotazione contattando il numero 333.3495168.
Telefono: 0587261632
Sito internet del comune: www.comune.santamariaamonte.pi.it